mercoledì 7 ottobre 2015

Gerarchie Nobiliari

Buonasera a tutti, carissimi! ^-^
In questo articolo faremo un approfondimento riguardo le gerarchie nobiliari che da sempre hanno accompagnato la storia e l'evoluzione europea.



 Imperatore


La parola Imperatore (Dal latino "Imperator"= Detentore del potere coercitivo) è un termine utilizzato per indicare il sovrano di un impero, cioè di un dominio composto da più stati o popoli diversi. Il ruolo dell'imperatore è superiore a quello del Re.


Il termine imperatore è connesso all'antica Roma e più precisamente al concetto di imperium, cioè al potere militare e coercitivo, con diritto di vita o di morte. Originariamente infatti questo titolo veniva conferito in occasione del trionfo ai generali più valorosi. 
Con Giulio Cesare il titolo venne per la prima volta attribuito stabilmente come "praenomen" in virtù della supremazia di fatto conseguita nel governo. Con Augusto il termine imperator assunse il significato di capo dello stato romano, titolare del potere supremo conferitogli come " Imperium maius et infinitum". 



Re
Nella gerarchia dei titoli nobiliari quello di re può essere un grado inferiore solo a quello di imperatore. E' il titolo che spetta ai sovrani, eccetto che a quelli di piccoli stati. 






Regina

Regina è l'appellativo per un monarca di sesso femminile ("regina regnante"), oppure per la moglie di un re ("regina consorte"), ovvero ancora per la vedova di un re ("regina vedova", o, se anche madre di sovrano, "regina madre").




Principe
La parola latina "princeps" è traducibile come "primus inter pares", ossia come "primo tra pari". Fu stabilito come titolo onorifico per il presidente del senato durante la repubblica. La parola non entrò nell'uso comune per indicare la monarchia se non in età moderna; Prima del XIII secolo "princeps" veniva usato più che altro per tradurre in latino termini autoctoni o come termine generico per un potentato. Nel Cinquecento la parola assunse due sottosiginificati:

- Indica il monarca di piccoli stati sovrani, secondo l'uso del Sacro Romano Impero. 

- Indica i membri della famiglia del sovrano ( principe reale, principe del sangue, principessa reale), in quanto discendenti per linea paterna da un sovrano, nonché il principe consorte, qualora il sovrano sia una donna. 
Nelle monarchie assolute, quando previsto, il titolo di principe è il titolo nobiliare di massimo rango. 
In Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e nelle monarchie scandinave, il titolo di principe è riservato all'erede al trono, così come avveniva nel Regno di Sardegna e in quello di Prussia. 

Le monarchie in cui il sovrano conferiva il titolo di principe quale massimo rango nobiliare erano lo Stato Pontificio, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia. 
In Polonia e Ungheria il titolo di principe non esisteva; Nella Repubblica di Venezia tutti i nobili appartenenti al Maggior Consiglio si consideravano principi ereditari, poiché eleggibili alla carica di doge. 


Principe e Principessa Reale

Principe reale e principessa reale sono una dignità riservata a determinati membri di una famiglia reale. Tale dignità sottolinea il rapporto di stretta prossimità al sovrano e capo della casata. Per le principesse il titolo viene attribuito alla figlia maggiore. 


Principe ereditario

Un principe ereditario o principessa ereditaria è il legittimo erede al trono in uno Stato retto da monarchia. La moglie di un principe ereditario è anch'essa titolata principessa ereditaria.



Principe del sangue

Un principe del sangue è una persona legittimamente discendente per via mascolina in linea dinastica da uno qualsiasi dei monarchi ereditari di un regno. Storicamente, il termine è stato utilizzato per fare riferimento agli uomini e donne discendenti in linea maschile da un sovrano, anche se la primogenitura assoluta è diventata più comune nelle monarchie, quelle con diritti di successione in discesa femminile è più probabile che in passato da attribuire il titolo principesco.



Principe consorte

Principe consorte è la definizione comune per indicare il marito di una regina regnante, eccetto che egli stesso sia re secondo il proprio diritto.


Granduca/ Granduchessa

Granduca è un titolo sovrano ( legato ad una effettiva sovranità su un territorio) posto nella gerarchia nobiliare tra quello di re e quello di duca. Fu concesso per la prima volta nel 1569 da Pio V al duca di Firenze Cosimo I, in seguito all'annessione da parte di questi della Repubblica di Siena. Il titolo di granduca ebbe ampio successo in Europa Orientale, dove c'erano i granducati di Finlandia e Lituania. In età moderna vennero istituiti i granduchi russi: il titolo contraddistingueva i membri, maschi e femmine, della dinastia imperiale russa, diversi dallo zar e dalla zarina. 

Arciduca/ Arciduchessa


Il titolo di Arciduca fu portato dai sovrani Asburgo dell'Arciducato d'Austria e, successivamente, da tutti i membri della dinastia. Denota un rango all'interno del Sacro Romano Impero al di sotto di quello di re e sopra quella di duca.
Il territorio governato da un arciduca o una arciduchessa è chiamato arciducato.

Duca/ Duchessa

Duca, dal latino dux (dal verbo ducere, condurre, da cui anche le parole duce e doge), è un titolo nobiliare, inferiore al titolo di principe e superiore al titolo di marchese. 





Marchese/ Marchesa

Marchese è un titolo nobiliare, inferiore al titolo di duca e superiore al titolo di conte.
Dal IX secolo, ossia dal periodo dell'impero carolingio, il marchese divenne una carica nobiliare.  Per l'importanza della funzione di protezione dell'Impero dalle invasioni, i marchesi godettero di una considerazione superiore a quella degli altri feudatari territoriali, che conferì loro una discreta autonomia amministrativa e giurisdizionale, una certa indipendenza dall'Imperatore e una dignità pari quasi a quella del duca. 


Conte/ Contessa
Conte è un titolo nobiliare, diffuso in Europa, superiore al titolo di visconte e inferiore a quello di marchese.

Il nome deriva dal latino comes-comitis, letteralmente <<compagno>>. Nell'Antica Roma era un nome ufficiale usato dagli accompagnatori di alcuni magistrati. Dal III secolo in poi fu sempre più spesso usato per indicare i funzionari imperiali. Nel Medioevo erano insigniti del titolo quanti avevano seguito l'Imperatore nelle sue battaglie e si erano distinti per qualche merito. 



Langravio
Langravio fu un titolo utilizzato sopratutto nel Sacro Romano Impero e successivamente in tutti i territori che ne facevano parte, ed è comparabile a quello di conte che godeva di diritti feudali direttamente verso l'Imperatore del Sacro Romano Impero. La sua giurisdizione riguardava solitamente un'estensione considerevole di territori, che non era soggetta ad un potere intermediario quale ad esempio quello di un duca, di un vescovo o di un conte palatino. 


Conte Palatino
Conte palatino era il titolo associato ad una delle più illustri cariche dell'alto medioevo; perse gradatamente importanza nei secoli. Il nome di Conte Palatino sembra originario dal titolo di " Conte del Palazzo", ovvero del Sacro Palazzo dei re dei Franchi, dove questo titolo rimase in uso sino al VI secolo. La mansione del conte Palatino era di giudicare tutte le cause giunte in appello al tribunale del sovrano, e portare successivamente a conoscenza del Re solamente quei giudizi che riteneva importante. 

Visconte/Viscontessa
Il visconte (per i maschi) o la viscontessa (per le femmine) era un funzionario dello stato feudale, che sostituiva il conte; la carica sorse nell'età carolingia. L'autorità del visconte divenne in seguito ereditaria ed i visconti entrarono a fare parte della nobiltà.




Barone/ Baronessa
Barone è termine d'origine germanica, da bara o baro, che significava uomo libero o guerriero, e che latinizzato diventò barobaronis. In origine il termine indicava un'altà nobilità: In Bretagna i baroni (non più di 9) erano parenti del Duca. A partire dall'età moderna il titolo di barone è il più basso dei titoli feudali, benché possa essere concesso anche senza connessione con un feudo, come avviene nelle concessioni moderne, successive al periodo feudale. Nel significato moderno viene definito barone colui che detiene un potere assoluto e incontrastato in un'istituzione pubblica, specialmente nel campo universitario o professionale. 

Fonte: Wikipedia

martedì 6 ottobre 2015

Agnes Grey - Anne Bronte


Buonasera a tutti, carissimi!
Scusate la mia assenza - come ho annunciato sulla pagina Facebook questo periodo sarò piuttosto impegnata con l'università, per cui non sarò presente quanto vorrei! Voglio comunque aggiornare il blog ogni volta che posso, perché questo progetto mi piace veramente molto e voglio portarlo avanti ^-^


Questa sera torno da voi con la recensione di un libro che personalmente ho trovato davvero gradevole:

AGNES GREY di ANNE BRONTE

La lettura di questo libro mi ha riportata nella mia amata epoca vittoriana, uno dei periodi storici che maggiormente preferisco - sia per quanto riguarda libri che film.
Anne Bronte è la minore di sei figli, tra cui ricordiamo le famose sorelle Charlotte ed Emily, autrici di capolavori come Jane Eyre e Cime Tempestose ( di cui, prima o poi, vi parlerò)!


Anne rispetto alle sorelle è sempre stata più schiva e timida, sempre ligia al dovere e dotata di una morale impeccabile; questi tratti vengono ampiamente ripresi da Agnes Grey, protagonista del suo romanzo, che possiamo definire una sorta di autobiografia. I parallelismi con la vita della giovane autrice sono molteplici: Agnes, come Anne, decide di dedicare la sua vita al prossimo e lo fa diventando istitutrice presso alcune facoltose famiglie inglesi; e ancora Agnes, come Anne, ha un forte legame con la sua famiglia, che rimane il punto fermo e il cardine principale della sua vita. 

Le avventure di Agnes Grey come governante non iniziano proprio nel migliore dei modi. La prima famiglia in cui la giovane trova lavoro, i Bloomfield, non sono quello che comunemente potremmo definire un buon esempio. I bambini sono viziati e capricciosi oltre ogni immaginazione, i genitori si occupano poco e niente di loro e, inoltre, ne giustificano ogni comportamento insensato, limitando ampiamente il potere decisionale di Agnes in merito alla loro educazione. Anne Bronte, tramite gli occhi e le orecchie di Agnes, ci descrive quelli che a suo giudizio sono i vizi (tanti) e le virtù(poche) della sua epoca, e non manca di farci conoscere la sua posizione in merito. 
Agnes è una donna esageratamente legata alla morale, il che - se da un certo punto di vista è un bene, dall'altro a lungo andare può risultare pedante. Questa pesantezza si riscontra nella seconda esperienza della giovane istitutrice presso la famiglia Murray, dove si ritroverà a badare a due adolescenti che sono agli antipodi: Rosalie è civettuola, affascinante, ama essere lodata; mentre Matilda è selvaggia, uno spirito ribelle che ama andare a cavallo e ha un carattere piuttosto scontroso. Agnes non perde l'occasione di rivolgersi al lettore e di sottolineare come alcuni atteggiamenti delle signorine siano eccessivamente contrari al buon gusto e alla morale. Capisco che ci troviamo in epoca vittoriana e che la rigidità e la severità fanno da padrone, ma ci troviamo pur sempre in presenza di due ragazze nel fiore della loro gioventù, per cui mi sarei aspettata da Agnes quel minimo di comprensione in più che l'avrebbe resa ai miei occhi ancora più gradita.


Per il resto non ho nulla da recriminare a questo romanzo, scritto in una prosa deliziosa, scorrevole e mai banale. Bellissime le ambientazioni e le descrizioni, ricchi di contenuto e spessore anche i dialoghi. Adoro lo stile inglese dell'Ottocento, per cui romanzi di questo tipo entrano nelle mie grazie sin dalle prime righe. Ottima anche l'idea di inserire la componente amorosa senza perdere di vista l'obiettivo principale del romanzo; la simpatia tra Agnes e il signor Weston troverà la sua strada verso la fine, mantenendosi piuttosto marginale nel resto della narrazione. 
Riconosco che " Agnes Grey" non è all'altezza di Cime tempestose o di Jane Eyre, ma nonostante ciò resta un libro ben scritto che sicuramente accrescerà il sapere e la curiosità di chi si appresta a leggerlo. 


sabato 26 settembre 2015

Anna Karenina - Lev Tolstoj






Con quali parole si può iniziare a parlare di un capolavoro così immenso? Credetemi, è davvero difficile rendere giustizia all'opera maggiore dello scrittore russo Lev Tolstoj, perché sembra sempre di dire troppo poco. 


Mi sono approcciata ad Anna Karenina con una sorta di riverenza, spaventata dalla mole di pagine e dal fatto di trovarmi di fronte ad uno dei colossi della letteratura russa. 

La lettura di questo libro mi ha totalmente rapita, nei momenti in cui ero immersa tra le pagine di Tolstoj il mondo intorno a me scompariva. Provate ad immaginare di essere risucchiati da un vortice e di ritrovarvi improvvisamente catapultati in un'altra epoca, e - soprattutto - di vivere attraverso occhi e cuore altrui. 
Gli occhi tramite i quali Tolstoj ci conduce all'interno della Russia di fine Ottocento sono molteplici: la storia segue differenti punti di vista, come ad esempio Levin, Stepan Arkadevic, Kitty e - ovviamente - Anna. La scelta di focalizzare l'attenzione del lettore su vari personaggi è stata a mio giudizio davvero azzeccata, perché permette di fondersi con la storia e di diventarne parte attiva e integrante. Ogni personaggio è dotato di una sua complessa psicologia, ognuno si trova in molteplici occasioni a riflettere sulla propria vita e a compiere dei pensieri che Tolstoj non manca di spiegarci nel dettaglio.


Probabilmente per molti questa scelta stilistica è sinonimo di pedanteria, ma vi assicuro che la minuzia con cui Tolstoj cura ogni singolo particolare è qualcosa di inimitabile. 
Il punto vincente di Anna Karenina è - a mio giudizio - la realtà con cui Tolstoj ha dipinto i suoi protagonisti; li ha resi umani, fatti di carne e sangue, di pregi e difetti, persone comuni inserite in un contesto di vita ordinaria. Tramite questo libro vivrete e penserete con gli occhi di un russo. Tolstoj non manca di rimarcare la propria posizione sociale e politica e lo fa utilizzando gli occhi di Levin, uno dei personaggi più enigmatici che ci regala tantissimi momenti di riflessione e analisi riguardo al capitalismo e al proletariato russo. 
Riuscire a coniugare la realtà sociale con i problemi del singolo individuo non è impresa semplice, ma Tolstoj ci è pienamente riuscito. Accanto ai problemi generali del Paese assistiamo alle peripezie dei protagonisti, afflitti da dolore per svariate cause.



Il personaggio in assoluto più emblematico e sofferto è colei che da nome a questo capolavoro: Anna Karenina. Anna è una di quelle donne che non riusciremo mai a comprendere fino in fondo, perché è sempre sfuggente ed eterea, scivola tra le dita come l'acqua ed i tentativi di trattenerla sono vani. Anna non conduce sicuramente una vita felice, pur avendo un marito dignitoso ed un figlio che ama con tutta se stessa, Anna soffre di una tremenda solitudine. A che servono pregi e una buona posizione sociale se poi si è profondamente soli? La situazione precipita quando la donna incontra il giovane Vronskji, che le fa provare quelle sensazioni che da sempre ricerca in una relazione. 
Con Vronskji c'è passione, spensieratezza, sregolatezza. Per il suo amato Anna rinuncia alla sua vita, lo fa da incosciente. Lo fa da innamorata. Anna Karenina è l'esempio lampante di come l'infelicità porti in molti casi alla rovina. Dopo lo scandalo la vita della donna, se possibile, sarà anche peggio di prima. Anna diventa vittima di una gelosia folle, si isola dal mondo e si trincera dietro una barriera che la porta a rifiutare il mondo, e in particolare tutti coloro che non siano Vronskji. L'uomo arriva al punto di non tollerare più la situazione e le cose tra i due finiscono irrimediabilmente per andare in rovina.


La cosa che più colpisce della triste storia di Anna - di cui tutti purtroppo conosciamo l'epilogo - è l'intensità con cui questa donna decide di abbandonarsi ai sentimenti. Ci sono dei momenti nel libro in cui la sua figura e i suoi comportamenti risultano fastidiosi, ma in fondo chi siamo noi per giudicare? Al posto di Anna noi come reagiremmo? Sono domande che mi sono posta spesso mentre leggevo il libro, perché pur essendo un romanzo rappresenta una situazione probabile in cui tutti potremmo ritrovarci coinvolti, con la sola differenza che oggi, nel ventunesimo secolo, non avremmo una società ad additarci costantemente come poco di buono (  O perlomeno non nel modo in cui ciò accadeva nella Russia dell'epoca). Anna Karenina incarna perfettamente i vizi e le virtù di un essere umano, è piena di debolezze e di insicurezze che sfoceranno nella depressione, ma soffermiamoci un attimo a riflettere sul perché si è arrivati a questo punto e scopriremo che magari Anna non è così condannabile come molti credono.

E'verissimo che un personaggio di questa portata o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Anna è talmente netta e diretta che è impossibile collocarla a metà tra questi due sentimenti, che rappresentano due facce di una stessa medaglia ( si sa che il confine tra amore e odio è molto labile). 

Con questo articolo spero di avervi incuriosita, spero di avervi fatto sorgere la curiosità di approcciarvi a questa lettura, che sicuramente è impegnativa e non va affrontata a cuor leggero, ma che in ogni caso vi regalerà delle emozioni devastanti.

venerdì 25 settembre 2015

Philippa Gregory e la saga dei Tudor

Buongiorno a tutti, carissimi lettori!

Entriamo subito nel vivo delle tematiche trattate dal blog parlando di una nota autrice nel campo del romanzo storico. La scrittrice a cui dedichiamo l'approfondimento odierno è.....

PHILIPPA GREGORY

Philippa Gregory nasce in Kenia il 9 Gennaio 1954.

Si trasferisce in Inghilterra con la sua famiglia alla tenera età di due anni e lì trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza. Laureata all'Università del Sussex, ha successivamente lavorato alla radio della BBC, dopodiché si è dedicata all'insegnamento in varie Università.

La sua formazione le ha permesso di approfondire particolarmente alcuni periodi storici, tra cui - il più importante per la sua carriera - è senza dubbio la dinastia dei Tudor in Inghilterra, intorno al quale ruota il primo ciclo dei suoi romanzi. 

L'opera di maggiore successo è certamente " L'altra donna del re", dal quale è stato tratto anche un breve sceneggiato composto da due puntate.


LA SAGA DEI TUDOR

L'altra donna del re (2001):
Maria Bolena, la sorella più piccola e meno famosa della sfortunata Anna, racconta quindici anni della sua vita alla corte di Enrico VIII d'Inghilterra. Moglie a dodici anni, a quattordici diventa l'amante del re, sposato alla cattolica Caterina d'Aragona, e gli dà subito due figli, una femmina e un maschio. Intanto, dietro le quinte, ci sono gli intrighi di palazzo e i giochi senza scrupoli del padre, del fratello George che costringeranno Maria a mettersi da parte e cedere ad Anna il posto nel cuore del re. E per la Storia sarà solo la secondogenita, l'altra Bolena.



Il giullare della regina (2003):
Alla corte d'Inghilterra, teatro della rivalità tra Maria Stuarda ed Elisabetta I, giunge un insolito giullare: Hannah Green, giovane ragazza ebrea, sotto abiti maschili, in fuga dall'Inquisizione insieme al padre stampatore. Il suo dono della chiaroveggenza le varrà la fiducia e la protezione di lady Maria, ma anche ostilità e sospetto, per le scomode verità che è chiamata a rivelare. Promessa sposa a Daniel Carpenter ma innamorata dell'affascinante e traditore Robert Dudley, che la costringe a spiare la cattolicissima erede al trono, scoprirà una donna di fede che intende riportare il popolo alla sua religione. Ma l'astuta Elisabetta tesse la sua mortale ragnatela...

L'amante della regina vergine (2004):
L'ardente storia d'amore fra Elisabetta I della dinastia Tudor e il suo favorito Robert Dudler rivive in queste pagine dense di fascino e suggestione, che intrecciano verità storica e verità del cuore. Il 1558, anno in cui la Regina Vergine, come Elisabetta amava definirsi, sale al trono, dopo una giovinezza trascorsa all'ombra della sorellastra Maria la Sanguinaria, rappresenta un periodo oscuro per l'Inghilterra: lo stato è in bancarotta e i francesi minacciano d'invadere la Scozia. È un momento terribile anche per Amy, la moglie devota di Dudley, che sa benissimo quanto il marito sia invaghito della sovrana... e del suo potere. Secondo il fidato consigliere William Cecil la salvezza del regno dipenderebbe da un buon matrimonio..

Caterina, la prima moglie (2005):
Caterina d'Aragona è l'Infanta di Spagna, i suoi genitori sono i potenti Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, sovrani e crociati. A tre anni viene promessa al principe Arturo, figlio ed erede di Enrico VII d'Inghilterra, ed educata per diventare principessa del Galles. Lei sa che il suo destino è quello di reggere quel lontano, umido e freddo Paese. La sua certezza tuttavia vacilla quando, giunta nella nuova terra, è accolta dal futuro suocero con un grave insulto. Arturo sembra poco più di un ragazzo, il cibo è strano e gli usi e costumi sono rozzi in confronto alle raffinatezze della Spagna. Piano piano, però, Caterina si adatta alla prima corte Tudor e la vita al fianco di Arturo si fa più sopportabile. Anzi, inaspettatamente, da questo matrimonio combinato sboccia un amore tenero e pieno di passione. Quando il principe muore, Caterina deve ridisegnare il proprio futuro: come può ora diventare regina e fondare una dinastia? Solo sposando il giovanissimo fratello di Arturo, il solare ma viziato Enrico. La famiglia reale inglese è contraria a queste nozze, tanto più che Enrico VII si è invaghito di lei. Caterina però è la degna figlia di Isabella e il suo spirito battagliero è indomito. Per quanto sola e osteggiata, farà di tutto per raggiungere il proprio scopo: anche se ciò significherà pronunciare la menzogna più grande di tutte e restarvi fedele a qualsiasi prezzo.

L'eredità della regina (2006):

Fra intrighi, matrimoni e adulteri, tre giovani donne si muovono sull'orlo del baratro. Anna di Cleves, che rappresenta un'alleanza contro la Francia e la Spagna, è la quarta moglie del volubile re d'Inghilterra Enrico VIII ma non riesce a sedurre il marito ed è destinata a un rapido divorzio. La sensuale Caterina Howard, quattordicenne dama di compagnia della nuova regina, è capace di conquistare il cuore del re ma non di rinunciare al proprio amante e pagherà per questo un prezzo troppo alto. Jane Bolena infine, diabolica e gelosa, pur di ottenere ciò che vuole dalla corona ha mandato a morte il marito George e la cognata Anna Bolena. La voce di queste tre donne racconta la sanguinaria epoca che le ha viste protagoniste, profondamente diverse tra loro e tutte alla ricerca dell'eredità della regina.




L'altra regina (2008):
È il 1568. Maria, regina cattolica di Scozia ed erede legittima al trono d'Inghilterra, in fuga dai tumulti della sua patria cerca aiuto in Elisabetta I. Ma la cugina si affretta a confinarla nelle proprietà del conte di Shrewsbury, George Talbot, e della moglie Bess. Nobile di nascita integerrimo e fedelissimo alla Corona, lui; abile affarista che si è fatta da sola, lei. La coppia accoglie la sfortunata sovrana, certa che questa permanenza porterà solo vantaggi all'interno della ristretta cerchia dei Tudor. Ben presto, però, i Talbot scoprono con orrore che la loro dimora è diventata l'epicentro di intrighi e tresche d'ogni tipo. Maria - tenuta in esilio lontana da corte - ripudia mariti e si procaccia fidanzati potenti semplicemente per riconquistare la libertà oppure mira ad appropriarsi del trono? E l'inflessibile Regina Vergine agisce per difesa o ha ordito freddamente un piano per liberarsi di una pericolosa rivale? Mentre il Paese è scosso da rivolte e insurrezioni, e vive sotto la minaccia di attacchi nemici, i due "custodi", incatenati alla scomoda ospite, vedono sgretolarsi il loro patrimonio insieme con la reputazione e la felicità matrimoniale. Bess diventa la spia segreta del potentissimo consigliere di Elisabetta, mentre il marito è un burattino nelle mani dell'incantevole scozzese. Quando la disperata ammirazione di George per l'avvenente Maria non può più essere negata, viene messa in dubbio anche la lealtà dei Talbot alla regina. E tutto precipita.

LA DINASTIA TUDOR




La dinastia Tudor è composta da 5 sovrani:
1) ENRICO VII - Mise fine alla guerra delle Due Rose ( combattuta tra York e Lancaster) sposando Elisabetta di York, figlia del sovrano Edoardo IV.

2) ENRICO VII - Si dissociò dalla Chiesa divorziando dalla sua prima moglie, Caterina d'Aragona - da cui non ebbe eredi. Le altre mogli furono:
- Anna Bolena, dama di compagnia di Caterina, dalla quale Enrico ebbe una figlia, Elisabetta I. 

- Giovanna Seymour, figlia di un importante nobile, dalla quale Enrico ebbe un erede, Edoardo VI. La giovane moglie morì prematuramente a causa di una febbre. 
- Anna di Cleves, con la quale Enrico rimase sposato ben poco. Il re infatti piangeva ancora la defunta moglie Giovanna, per cui si separò molto presto da Anna accusandola di essere in realtà promessa sposa ad un principe tedesco ( questo contratto prematrimoniale annullava di conseguenza le nozze).
- La successiva moglie fu Caterina Howard, imparentata con il potente Thomas Howard, duca di Norfolk. Caterina era la giovanissima ed esuberante dama di compagnia di Anna di Cleves, e la differenza di età tra lei e il re era abissale. Così la ragazza iniziò una relazione clandestina con un cortigiano del re e per questo venne condannata per alto tradimento e giustiziata a morte.
- Caterina di Parr, ultima moglie del re Enrico VIII, era una nobildonna già in precedenza rimasta vedova. Di religione riformata, attirò su di sé le inimicizie di tutti i cattolici, ma nonostante questo riuscì comunque a rimanere salda al fianco del marito. 
3) EDOARDO VI - Re bambino. Alla morte di Enrico VII l'unico erede maschio era proprio il piccolo Edoardo, che all'epoca aveva solamente 9 anni. Morì in tenera età senza lasciare eredi, ma nominandone una, Giovanna Grey ( Nipote di Maria Tudor) per impedire alla sorella Mary di salire al trono e ripristinare il cattolicesimo. 
4) MARIA I - La regina cattolica - Nonostante gli sforzi del fratello riuscì a salire al trono d'Inghilterra solamente 9 giorni dopo la sua prematura morte; Sposò Filippo II di Spagna, nipote di Carlo V D'Asburgo. Accanita sostenitrice del cattolicesimo iniziò a perseguitare e torturare tutti coloro che si opponevano a tale culto, per questo si guadagnò l'appellativo di " Bloody Mary" ossia " Maria la sanguinaria".
5) ELISABETTA I - La regina vergine, governò da nubile. Attuò una serie di importanti ed indispensabili riforme, e si guadagnò la stima del suo popolo ( Pur essendo figlia della decapitata Anna Bolena). Una delle sue più mirabili gesta è la sconfitta dell'Invicibile Armata spagnola, che venne annientata dalle navi inglesi nel canale della Manica.
Alla sua morte salì al trono Giacomo VI di Scozia, figlio della defunta Maria Stuarda, nipote della defunta regina vergine. Da questo momento ha ufficialmente inizio la dinastia degli Stuart. 


giovedì 24 settembre 2015

Inauguriamo il blog!

Salve a tutti,
mi presento: il mio nome è Simona, ho 22 anni e considero questo blog un esperimento. Già da tempo gestisco un altro blog - Il salotto dei libri - ma ho deciso di ampliare i miei orizzonti ed aprire un nuovo spazio dedicato alla mia passione per i libri ( e non solo).
Voi direte, a quale scopo? Ve lo spiego subito. Innanzitutto in questo blog voglio trattare principalmente alcuni generi letterari a me particolarmente cari:

- I Classici della letteratura ( di ogni tempo e nazionalità)
- I romanzi storici ( Che adoro oltre ogni immaginazione)


Voglio poi inoltre inserire alcuni elementi innovativi, come giornate dedicate ad un particolare autore a me caro, a un particolare evento/personaggio storico, a degli approfondimenti riguardo alcuni dei fatti più importanti a livello letterario e artistico. 

In questo mio spazio inoltre vorrei dedicarmi all'ARTE, che amo in tutte le sue forme e manifestazioni. Quindi parlerò di pittori, compositori, scultori, e chi più ne ha ne metta. Potrete trovare post dedicati ad un particolare quadro, ad esempio, oppure ad una scultura, un monumento, ecc...

Altro elemento che mi piacerebbe inserire in questo spazio è la MITOLOGIA. Adoro i miti, le leggende, le tradizioni di ogni paese, quindi si potrebbero fare degli approfondimenti anche in questo senso.

Sostanzialmente " La principessa dei libri" vuole essere uno spazio dedicato alla cultura umanistica in generale. Adoro la letteratura, l'arte, la storia, la mitologia e ho pensato di dedicare maggiore attenzione a questi elementi che, trattati nell'altro blog, avrebbero avuto poco senso. Spero come sempre di riuscire a far conciliare tutto, e di concretizzare questo nuovo progetto con il vostro supporto.

In questo blog troverete riflessioni e pareri che riguardano il mio pensiero, non voglio in alcun modo atteggiarmi a critica o sostituirmi a determinati soggetti molto più preparati di me. Questo è un posto dove chiunque ami la cultura è bene accetto. Sono una persona molto aperta e sempre disponibile al dialogo, per cui commenti e discussioni varie sono graditissimi.

Che dirvi in conclusione? Spero che l'idea vi piaccia, io ne sono particolarmente entusiasta e non vedo l'ora di iniziare! Se avete piacere di unirvi a me in questa avventura siete i benvenuti! Intanto grazie in anticipo per essere arrivati fino a qui!
Un abbraccio a tutti quanti voi,

Simona :)